Tea Falco: “Voglio farvi ridere”
La bella sorpresa è che Tea Falco non ha la voce di Bibi Mainaghi in1992. Ha un accento siciliano ben riconoscibile, ma non quella sorta di milanese biascicato ed esasperato (soprattutto: esasperante) della serie Sky che ha scatenato in rete una polemica feroce.
In realtà l’intervista di Io donna partirebbe da altro, e cioè dalla sua mostra fotografica L’effetto della causa, in corso a Milano. Ma non è possibile, con Tea, fare a meno di tornare su Bibi. Breve rewind: la sua interpretazione nella fiction su Mani Pulite – una strafatta ereditiera che dopo il suicidio del padre si trasforma in cinica manager – ha fatto venire i brividi a un giornalista del Fatto Quotidiano, che l’ha stroncata senza mezzi termini. A difendere l’attrice ci ha pensato la madre e sono volate botte (virtuali). Lo scambio di insulti è andato avanti per la delizia dei social network. Finché la diretta interessata, stufa, ha reagito con la migliore delle armi, l’ironia, e ha pubblicato su Instagram un irresistibile video dove chiede un accendino ma nessuno la capisce, tanto che le porgono prima un vasetto d’acciughe, poi del peperoncino. Alla fine, Tea/Bibi si rivolge all’interlocutore nel panico: Ti arrandi così? Da applausi.
Intanto parliamo di questa mostra: piccole foto d’arte in digitale e in pellicola con inserti in collage, dove lei stessa appare, frammentata, tra le foglie di un albero. La natura si trasforma e si fonde in altro. Nella presentazione scrive: noi siamo lo specchio della realtà e la realtà è il nostro specchio. Cioè? Voglio dire che il pensiero crea come se fosse materia, è una visione ottimista. Il nostro punto di vista influenza la realtà delle cose. Ho fatto studi di meccanica quantistica e parlo spesso di reincarnazione con Franco Battiato. Siamo amici. Perché fa solo foto in bianco e nero? Penso che senza il colore si veda meglio l’anima delle cose. Cosa significa per lei fotografare? Diventare qualcos’altro e qualcun altro, è lo stesso processo della recitazione. Sono io che faccio foto e recito ma divento un’altra persona. Conta di più la recitazione o la fotografia? La recitazione. In realtà ho iniziato prima a fotografare; a 13 anni accompagnavo mia madre, che aveva questa passione. Poi da un giorno all’altro ha smesso, quando ha divorziato. Non ne aveva più bisogno: aveva raggiunto l’obiettivo di lasciare mio padre, era in pace con se stessa. Confessi: ha mai studiato recitazione? Certo. A 17 anni ho seguito un corso di cinema organizzato dalla Regione Sicilia a Catania, la mia città. Poi ho continuato a studiare. Per 1992 ho seguito le lezioni di Doris Hicks, docente, tra l’altro, di Claudio Santamaria. Come le è venuta questa insopportabile Bibi Mainaghi? Ho scelto io di renderla così antipatica. Sono stufa di queste accuse. Dirò una volta per tutte com’è nata Bibi: l’idea è stata di Valeria Napolitano, una regista e fotografa che mi ha fatto da coach. Ho appena postato il suo video su Instagram e sulla mia pagina Facebook, dove lei stessa confessa la verità. Ascoltatela, vi sembrerà di sentire il mio personaggio. Quindi Valeria è Bibi? Finalmente abbiamo il colpevole! Ebbene sì, il mistero è svelato. Ho conosciuto Valeria sul set del video delTestamento di Franco Battiato. Dovevo fare il provino per Sky e non conoscevo altre ragazze milanesi. Lei mi ha aiutato, io la copiavo nella voce e nell’atteggiamento. Se guarda il video, se ne accorgerà. Nella realtà, Valeria è simpatica e divertente. I critici non la amano. Non hanno capito l’ironia del personaggio. Davvero qualcuno pensava che parlassi così? Ho lavorato sulla voce, non volevo una dizione impersonale come quella delle fiction, che non è realistica. Non ci vuole niente a interpretare un personaggio in dizione. Ho fatto una scelta più difficile. L’intervento di sua madre non è stato fuoriluogo? Al giornalista del Fatto Quotidiano ha scritto: “Se ha bisogno di cure psichiatriche per il suo piccolo narcisismo patologico sono una specialista, ma non tratto i dementi”. Mia madre ha un carattere forte, non la posso certo controllare. Ma lei aveva mandato al cronista un messaggio privato, credeva nella sua buona fede. E lui che ha fatto? L’ha reso pubblico. Un cretino. 1992 ha avuto ottimi ascolti e la produzione ha già annunciato il seguito. A lei la serie è piaciuta? 1992 voleva provocare e ha raggiunto lo scopo. Mi è piaciuta, eccome. Troppe scene di nudo? La realtà è quella. Ha interpretato ruoli drammatici, come in Io e te, e comici, come in Sotto una buona stella. Lei come si preferisce? Mi sento più attrice comica. In La solita commedia, un film di Biggio e Mandelli che purtroppo non ha visto nessuno, interpreto 7 ruoli diversi. Mi piace fare ridere. Quando devi far piangere finisce che soffri veramente, è come un kharma. Lei ha 29 anni. Progetti? Non parlo dei sogni, perché poi non si realizzano. Uno almeno ce l’avrà. Lavorare con Paolo Sorrentino. Youth è bellissimo e anche ironico. Dove andrà in vacanza? Forse partirò per un viaggio con un amico, il regista Sebastiano Riso. L’anno scorso il suo film Più buio di mezzanotte è andato a Cannes, invece in Italia non è stato neanche selezionato per i David. Qualcosa vorrà dire. Che cosa fa il suo ragazzo, Ariel Damsi? Vi hanno paparazzato al mare. Una foto orrenda, avevo il sole in faccia. Ariel è attore e musicista, ora sta lavorando a una start up. Ma non viviamo insieme. Vivo con il mio cane Dada. Da Dadaumpa, non Dadaismo. Lo scriva.